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Risk management Africa: La preparazione ai rischi e catastrofi nel quadro del cambiamento climatico

Marco Tamburro

Dal Brasile alla Tanzania, i cambiamenti climatici si fanno sentire generando catastrofi alle quali le comunità locali sembrano molto poco preparate. Se quindi si osservano inondazioni e cicloni dal Sud America all’Africa, sembra chiaro che, da un punto di vista globale, sia necessario puntare sulla preparazione ai rischi dei disastri che colpiranno sempre di più.

Ovviamente, ci saranno sempre dei Paesi più sensibili e a rischio (vedere in particolare la costa est dell’Africa) dove una combinazione di fattori rende diverse comunità più vulnerabili di altre. Infatti, a causa degli imprevedibili fenomeni atmosferici, il sottosviluppo, la mancanza di anticipazione delle catastrofi, mancanza di informazioni e scarse capacità delle varie protezioni civili nei Paesi in via di sviluppo, fanno si che gli effetti e le vittime siano più importanti rispetto ad altri contesti.

Ovviamente, a livello internazionale questo quadro è già ben chiaro da tempo, visti i programmi strategici di diverse agenzie Nazioni Unite e Unione Europea che sostengono la formazione e l’accompagnamento tecnico delle autorità istituzionali responsabili per la gestione dei disastri.

Il Quadro di Riferimento di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030 è stato

adottato a Sendai, Giappone, il 18 marzo 2015, in occasione della Terza Conferenza Mondiale

delle Nazioni Unite. Il Quadro di Riferimento di Sendai succede al Quadro d’Azione di Hyogo

2005-2015: Costruire la Resilienza delle Nazioni e delle Comunità alle Catastrofi.

I cambiamenti più significativi sono stati apportati in un’ottica di maggiore enfasi sulla gestione del rischio di disastri in contrapposizione alla sola gestione delle catastrofi stesse. La definizione di sette obiettivi globali, la riduzione del rischio di disastri, la prevenzione di nuove forme di rischio, attraverso la riduzione dei rischi esistenti e l’aumento della resilienza, un set di principi guida, inclusa la responsabilità primaria degli Stati nella prevenzione e riduzione del rischio e il coinvolgimento dell’insieme delle organizzazioni e istituzioni statali. Inoltre, la finalità della riduzione del rischio di disastri è stata significativamente ampliata per focalizzarsi sui rischi sia naturali che antropici, e ai correlati rischi e pericoli di natura ambientale, tecnologica e biologica.

Ad oggi, solo in Kenya, in particolare nella capitale Nairobi, si contano già 228 vittime e 210 nel sud est della Tanzania. Questi Paesi sono in realtà flagellati dagli effetti del Nino che è tornato preponderante dalla fine del 2023 anche nei Paesi limitrofi come il Mozambico. Questo fenomeno, non porta solo ad eventi catastrofici ed improvvisi come le tempeste tropicali, ma anche a contesti che vivono effetti contrari, come la prolungata siccità nel centro del Mozambico o in Somalia.

Uno sconvolgimento climatico sul quale anche le ONG cercano di intervenire con i finanziamenti di vari partners, come l’Unione Europea che per dare un quadro di riferimento e cercare di anticipare il più possibile le azioni per ridurre al massimo le conseguenze, stabilisce anche con anticipo le situazioni dei singoli Paesi con delle valutazioni sulla loro vulnerabilità, considerando molte variabili legate all’esposizione, la vulnerabilità e le capacita istituzionali (https://drmkc.jrc.ec.europa.eu/)

Marco Tamburro