Intelligenza Artificiale

Perché? Perché tutto evolve

Nel 1936 l’ideazione della “macchina Formale” da parte di Alan Turing porterà il concetto di intelligenza non umana al di fuori del contesto fantascientifico. Nel ‘43 McCulloch e Pitt mostrarono al mondo scientifico il primo neurone artificiale e negli anni ’50 i primi prototipi di reti neurali. L’interesse per un qualcosa che fino a quel momento aveva riguardato solo la nostra immaginazione, si fece via via sempre più intenso quando il giovane Alan Turing nel ’50 spiegava come un computer potesse agire alla stregua di un essere umano.

L’evoluzione di un’intelligenza non umana ha continuata a percorrere la sua strada attraverso i nostri passi.

In meno di 50 anni l’IA è stata concepita le è stato dato un nome, grazie al matematico John McCarthy nel 1956, è cresciuta negli anni ’90 con l’ingresso sul mercato dei processori grafici, ora si sta definendo.

Perché idearla?

Perché la ricerca è alla base della nostra conoscenza

Perché ipotizzare questo grado di sviluppo?

Perché avendola legata al nostro pensiero, con esso evolve

Può esserci o no un’intelligenza così avanzata che non sia la nostra?

Già c’è

Il nostro imperativo, non è più definirla, ma gestirla

Come regolamentare l’intelligenza artificiale? Come garantirne uno sviluppo in linea con i principi giuridici? Quali sono gli aspetti etico-sociali da considerare, guardando oltre l’ambito giuridico?

Sono questi i tre principali interrogativi sul tavolo europeo, relativamente agli aspetti regolamentari dell’intelligenza artificiale.

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