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Cabo Delgado, Mozambico: Instabilità e ricchezza

Uno spaccato di globalizzazione

Marco Tamburro

In Mozambico un gruppo estremista si macchia, gia dal 2017, di atroci delitti, decapitazioni e furti contro la popolazione locale, mentre, a pochi chilometri, uno dei giacimenti piu preziosi di gas del Mondo viene minacciato da questo fenomeno che nessuno sembra poter arrestare

Gli elementi per una nuova crisi internazionale ci sono tutti: Democrazie fragili che non riescono a trovare un’intesa sul da farsi (la SADC[1]), un giacimento di gas che potrebbe far balzare il Mozambico fra i primi tre esportatori di gas al Mondo da qui al 2025, un’agenda politica ancora alle prese con le conseguenze del covid-19 e un’emergenza umanitaria che ha gia’ portato piu di settecento mila persona ad una delocalizzazione forzata verso aree piu sicure nel nord del Mozambico.

Il Mozambico si ritrova di fronte una nuova potenziale catastrofe umanitaria dopo esser stato colpito da due cicloni devastanti (IDAI e Kenneth) nel Marzo-Aprile 2019: dal 2014 in poi le potenzialita del gas nel nord del Mozambico avevano fatto espoldere un entusiasmo incredibile e avevano fatto sperare il partito di maggioranza storico (FRELIMO) di poter essere un esempio di Paese africano che sarebbe potuto usicre da una situazione di poverta cronica; nel mentre, la TOTAL, colosso francese, si affermava come leader per lo sfruttamento del giacimento costiero e, piu a sud, l’ENI definiva il suo ruolo di capofila insieme ad EXXON per lo sfruttamento di un secondo giacimento in mare aperto. Il paradosso ha voulto che proprio decenni di disinteresse nei confronti di questa provincia mozambicana, Cabo Delgado, abbia portato ad una facile penetrazione, probabilmente di ispirazione islamista, che si e’ combinata con una rabbia sociale e una poverta di opportunita per i giovani: cio ha portato gli auto proclamati Shabaab (senza nessun legame apparente con Al-Shabaab somalo) a perpetrare massacri e sabotaggi a danno della poplazione locale e della polizia, fino a portare all’interruzione del progetto di sfruttametno del gas da parte di TOTAL, che non valuta il contesto sicuro, almeno finche il governo non portera avanti azioni concrete per riportare la sicurezza nel nord ad un livello accettabile.

L’attacco del 25 Marzo nella citta di Palma ha fatto luce su tutte le fragilita delle forze armate mozambicane che non riescono a conseguire risultati soddisfacenti contro un movimento che cresce in mezzi e uomini; avendo accesso ad alcuni giacimenti illegali e commerciando in armi, droghe e essere umani, Shabaab riesce sempre di piu ad avere un potere economico in grado di sostenere i suoi militanti locali, oltre a pubblicizzare un non ben chiaro legame con l’ISIS a cui ha ufficialmente dichiarato l’affilizaizone nel 2018.

Ovviamente diversi Stati occidentali seguono da vicino la situazione, ma i fondi per l’emergenza umanitaria, eventuali summit internazionali ed altri sostegni non sono ancora all’ordine del giorno; gli stati occidentali sono ancora, evidentemente, troppo impegnati a risolvere ‘’l’effetto covid’’, e probabilmente delle vere azioni concrete si vedranno solo verso la fine di quest’anno.


[1] La Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale (SADC) è una comunità economica regionale che comprende 16 Stati membri: Angola, Botswana, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Eswatini, Lesotho, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Namibia, Seychelles, Sudafrica, Tanzania, Zambia e Zimbabwe.

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Cabo Delgado, Mozambico: Fondamentalismo per criminali e disperati

NDR “Analizzando l’evoluzione degli eventi
che hanno portato in cinque anni, il Mozambico da paese dimenticato a territorio di conquista per multinazionali, capitani di ventura e fondamentalismi religiosi mai sopiti, viene facile richiamare alla memoria un pensiero di Primo Levi:

“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannatia riviverlo”

Siamo davvero destinati “all’eterno ritorno” al non imparare dai nostri errori, al dover rivivere una stagione del terrorismo che con sogni e indottrinamento fa proseliti nelle classi meno abbienti di paesi una volta dimenticati ma ora prossimi alla ribalta per la quale non li abbiamo appositamente attrezzati”

 

Cabo Delgado, Mozambico: Una situazione gestita con
occhi miopi da mani malferme


Marco Tamburro


Diverse teorie contrastanti cercano di spiegare il fenomeno del terrorismo in Mozambico, che predica estremismo islamico ma annovera tra le sue file soprattutto criminali e disperati Il termine esatto che viene utilizzato per designare quelle organizzazioni che agiscono militarmente al di fuori del controllo di uno Stato sovrano e’ ‘’non state armed groups’’ (NSAG). Il termine viene utilizzato per evitare qualsiasi legame, a livello di vocabolario, con religioni, gruppi etnici o ideologici che potrebbero portare ad equivoci o ad esacerbare tensioni socio-religiose ancora peggiori. Anche in Mozambico, lo NSAG denominato Shabaab, agisce come un Gruppo terrorista moderno, mescolando attività criminali con proclami di estremismo religioso.

Le origini:

nel 2017, in Mozambico, si intensificano gli attacchi ‘’al macete’’ che mirano a razzie e omicidi nella parte più a nord di Cabo Delgado, nella zona fra Palma e Nangate; questi gruppi agiscono di solito con 6-7 persone e con attacchi rapidi verso piccoli villaggi lontani dai posti di polizia; nel 2018 gli attacchi sono sempre più strutturati ed iniziano ad apparire le armi da fuoco; durante lo stesso anno, Il WFP che si occupa delle distribuzione alimentari nelle zone più disagiate si organizza con scorte militari per proteggere lo staff e i camion carichi. Il Governo, intanto, cerca di stringere accordi con compagnie militari private per tentare di supportare le forze armate nazionali con formazioni, ricognizioni congiunte, ricerca informazioni e investigazioni. Qui, si alternano prima un consorzio cino-americano che fa capo ad Erick Prince (lo stesso della Black water), successivamente la Wagner (para-militari russi, gli stessi probabilmente intervenuti in Crimea, Ucraina), poi e’ la volta della Djick sud-africana che avra’ un ruolo di primo piano nell’evacuazione di occidentali e popolazione locale durante l’attacco di Palma del Marzo 2021. In realta, queste organizzazioni hanno sempre avuto contratti di breve durata e senza un impiego massiccio di uomini sul terreno, limitandosi al ruolo di ‘’advisor’’ dell’esercito mozambicano.

Retroterra locale:

incredibilmente la terra della rivoulzione, Cabo Delgado, quella che aveva visto prima il movimento di liberazione nazionale opporsi ai portoghesi, poi il confronto fra Frelimo e Renamo fino al 1992, e’ stata progressivamente dimenticata. Per un Paese che ha cercato di concentrare i propri sforzi di sviluppo in capitale, che vedeva strade sterrate all’uscita di Maputo solo fino al 2008, riuscire anche ad occuparsi dello sviluppo del resto del Paese sembrava un’impresa impossibile. Cosi si e’ confermato infatti, fino alle geoispezioni che hanno portato a riconoscere Cabo Delgado come la provincia ‘’dorata’’ per il
Mozambico.

Da diversi studi della Banca Mondiale emerge, comunque, che anche durante il periodo di grande fiducia nell’economia mozambicana (tra il 2008 e il 2016 fino al 15% di crescita del PIL su base annua), mancava un aspetto fondamentale, ossia la redistribuzione della ricchezza verso le fasce più povere della popolazione.

La frustrazione dunque e’ cresciuta sempre di piu dentro l’anima di una popolazione che sentiva parlare di miliardi di euro da ricavare grazie alle risorse naturali della loro terra, e che non vedevano nessun cambiamento nel tempo, salvo trovarsi a volte in situazioni di dislocazione forzata per far spazio ai primi impianti di controllo del progetto per il GNL.

Questa situazione si e’ dimostrata un terreno molto fertile per una reazione che, alcuni, considerano totalmente staccata dalla matrice islamica e che avrebbe come scopo la reazione violenta per bloccare progetti iniqui e con i quali si arricchirebbero solo in pochi.

Risorse:

gli Shabaab controllano diverse porzioni del territorio di Cabo Delgado; al di la delle smentite del governo mozambicano, le forze armate hanno avuto molte difficolta’ a recuperare diversi centri abitati negli utlimi due anni (Macomia, Palma, Mocimboa da praia). Gli uomini di Shabaab sono motivati ma soprattutto ben ricompensati:

stipendi mensili e premi per vittime ‘’illustri’’ (polizia, miltari ed eventuali occidentali) sono i trattamenti standard che ricordano da vicino regole e amministrazione dell’ISIS siriano.

Diverse miniere illegali si trovano nei territori dell’estremo nord del Mozambico, senza trascurare il mercato nero e commercio di ogni tipo di bene illegale che viene alimentato ai confini con la Tanzania.
Le rotte della droga, soprattutto eroina, portano spesso piccole imbarcazioni che provengono dall’oceano indiano a sbarcare in Mozambico come nuova rotta per i traffici. Ancora una votla, quindi, i mezzi economici sono la chiave per
alimentare le azioni terroristiche e riuscire a foraggiare i disperati che militano fra le loro fila che finalmente possono dirsi di aver trovato uno scopo e uno stipendio.

Legami internazionali:

secondo alcuni, forse tra il 2016 e il 2017, alcuni musulmani mozambicani hanno
ricevuto la visita di formatori, esperti di azioni terroristiche, proveniente dalla ‘’costa swahili dell’estremismo islamico’’. Potrebbero esser stati kenyoti della zona di Mombasa o somali legati ad Al-Shabaab: comunque, il movimento che si e’ sviluppato nel nord del Mozambico ha ricevuto un supporto dall’esterno almeno nell’ideologia e nella strategia: ancora una volta, senza un retro terra sociale di poverta’ e mancanza di educazione basica, i divulgatori dell’odio hanno trovato una buona base per ingrandire rapidamente le fila del loro esercito.

Nel 2019 arriva la dichiarazione di affiliazione degli Shabaab all’ISIS, che dalla sua newsletter fa sapere che i mozambicani fanno ufficialmente parte della loro battaglia contro l’occidente; questo legame sembra essere pero’ più che altro una dichiarazione di solidarieta’ e bene-stare per l’utilizzo di sigle, simboli e bandiere. Veri e propri legami con l’ISIS non sono stati riscontrati a livello locale.

Altre teorie non verificate parlano anche di legami e risorse messe a disposizioni da parte di entità statali che sarebbero interessate a bloccare il progetto di GNL della TOTAL.