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Cannabis medicinale L’ottimo paretiano tra l’economia del dolore e la terapia del benessere

Presentazione

Dott. Francesco Diana

Frequenta per parte dell’itinere accademico il corso in “Marketing e Comunicazione Aziendale” presso l’Università degli studi di Bari; successivamente al trasferimento presso “Unitelma Sapienza” consegue il titolo di laurea in “Scienze dell’Economia Aziendale” discutendo una tesi in Economia Politica sul tema dell’economia del benessere e dei fallimenti di mercato. Attualmente in corso di specializzazione in “Economia e Sostenibilità” presso Unitelma Sapienza. Coltiva propedeuticamente agli studi economici l’interesse per lo studio della chimica dei materiali e delle biotecnologie, maturata ed acquisita con il titolo di tecnico tecnologico in “Biotecnologie Sanitarie”.

Cannabis Medicinale: Lottimo paretiano tra leconomia del dolore e la terapia del benessere" La disamina si presenta come un’analisi di carattere economico, ma che sottintende aspetti di carattere sociale e di Governance. La motivazione di ricerca proviene da fatti di cronaca risalenti al 2020 che evidenziarono l’incapacità da parte dell’istituzione pubblica nel sopperire ai bisogni dei cittadini, lasciando inevase le richieste di prescrizione per circa il 40% dei pazienti del SSN e comportando il conseguente fallimento nel garantire il diritto costituzionale alla salute. Dal 2007 in Italia grazie alle leggi 49/2006 e 242/2016 è concesso a medici specializzati come neurologi, oncologi e specialisti del dolore, la possibilità di prescrivere a circoscritte categorie di pazienti resistenti ai trattamenti con farmaci convenzionali, terapie palliative a base di preparati di infiorescenze femminili di cannabis. Ex ante l’emergenza pandemica a causa dell’aumento della domanda di prescrizioni, gruppi di pazienti in quasi tutto il territorio, salvo alcune eccezioni regionali, denunciavano l’impossibilità da parte delle farmacie di ottenere le forniture per i trattamenti previsti, sollevando un problema cruciale in termini di discontinuità terapeutica dei pazienti, inefficienza del sistema nella gestione delle rotture di stock e conseguente rischio sociosanitario per i pazienti nel ricercare altre fonti di approvvigionamento. La trattazione tuttavia, focalizzandosi principalmente su aspetti economici fornisce solo spunti per riflettere con pensiero critico sulle svariate possibilità di scelta nell’ideazione di un modello di mercato efficiente per quello della cannabis, che miri sia al miglioramento delle condizioni sociali ed economiche in termini di politiche di welfare e prevenzione, sia in termini di sfruttamento del potenziale gettito fiscale ricavabile dagli ammanchi contributivi attualmente assorbiti dal mercato sommerso, ma anche da quelli che potrebbero derivare dall’eventuale domanda aggregata soddisfabile. I limiti riscontrati nello svolgere la disamina sono molteplici; in primo luogo per l’unicum normativo che caratterizza la riservatezza di questo mercato in Italia; in secondo luogo per la difficoltà nell’ottenere garanzie sulla validità dei dati al consumo, considerando l’assorbimento indiscriminato delle tipologie di consumatori da parte del mercato illecito.  Partendo da questi presupposti, la finalità è stata comprovare e valutare sulla base dell’esperienza della California e del Colorado l’esistenza di esternalità positive e la possibilità da parte dello stato di poter modulare e contenere maggiormente i rischi attraverso le politiche preventive e regolamentative. Questo studio fornisce informazioni concrete sulle implicazioni economiche e sociali della politica di legalizzazione e regolamentazione dei prodotti a base di cannabis, consentendo di valutare l'efficacia e l'impatto di tali politiche di governance; con la speranza che si comprenda l’importanza di sviluppare un mercato che riesca a garantire la sussistenza della domanda interna, allargare i margini di mutabilità per i pazienti, ridurre la discriminazione nella distribuzione territoriale in base all’incidenza e rilevanza delle patologie, contribuendo allo stesso tempo alla crescita occupazionale e alla ricerca scientifica. In conclusione la trattazione non si pone come soluzione al problema ma cerca di studiarlo attraverso gli assunti dell’economia del benessere, mantenendo un approccio non polarizzato e un metodo data value.